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DIZIONARIO DEI PREVERBI
Dizionario o vocabolario dei preverbi un detto breve e spesso arguto, di origine popolare e molto diffuso, che contiene massime, norme, consigli fondati sull'esperienza.

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Dizionario o vocabolario: dei proverbi per consultare i vari proverbi presenti nel vocabolario o dizionario.
DIZIONARIO O VOCABOLARIO
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Proverbio

definizione
Proverbio Sentenza breve di uso comune, che esprime idee e credenze comunemente accettate. Per la maggior parte, i proverbi affondano le loro radici nel folclore e sono stati conservati dalla tradizione orale. Un esempio di questa saggezza popolare è "Chi dorme non piglia pesci". Spesso le stesse credenze comunemente accettate si ritrovano in proverbi di lingue e culture diverse. La Bibbia ha fornito un gran numero di proverbi, ad esempio "Occhio per occhio, dente per dente", che ha un equivalente africano in "Una pelle di capra compera una pelle di capra; una zucca, una zucca". Il proverbio "Un passero in mano ne vale due nella siepe", che proviene dal latino medievale, conta numerose varianti in italiano ("Meglio un uovo oggi che una gallina domani"), spagnolo, portoghese, rumeno, tedesco e islandese.
I proverbi hanno talvolta origini letterarie, come l'adattamento in senso cristiano della frase di Esopo "Aiutati che il ciel ti aiuta" o il detto, tratto dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, "Cosa fatta capo ha". Altri possono aver preso spunto dalla vita quotidiana, come "Prima o poi tutto viene a taglio, anche le unghie per pelare l'aglio", o far riferimento a superstizioni, come "Di venere e di marte non si sposa e non si parte", o alle condizioni del tempo, come "Rosso di sera bel tempo si spera". Altri proverbi sono nati da abitudini cadute in disuso, come nell'espressione "Essere al verde", sorta dall'uso di sospendere le aste quando la candela sul tavolo del banditore si riduceva all'estremità dipinta di verde.
Particolare fortuna ebbe nel Rinascimento la raccolta di proverbi classici (Adagi) compilata da Erasmo da Rotterdam. In Italia, l'interesse per la cultura popolare e il mondo dei proverbi fu promosso nell'Ottocento da Niccolò Tommaseo e Giuseppe Giusti.

LACRIME

Le lacrime per i dolori altrui presto si seccano.
Le lacrime sono il balsamo di chi soffre.
Ciascuno ha in casa i suoi morti da piangere.
Vi sono lacrime di dolore e di gioia; ma di rado si vedono occhi rossi per le ultime.
Piangere di gioia è una felicità.
La lacrima più grossa è quella che va in carrozza.
Le lacrime commuovono più delle parole.
Le ragazze piangono con un occhio, le donne con due e le suore con quattro.
Chi semina con le lacrime, mieterà con la gioia.
Il pianto non ripara i mali.
Niente si asciuga cosi presto come le lacrime.
Le lacrime dei buoni non cadono in terra.
Lacrime di donna, fontana di malizia.
Le lacrime alleggeriscono il cuore.
Dagli occhi sgorgano le lacrime che piange l'amante, dal cuore le lacrime che piange l'infelice.
Quando bisogna mangiare con le lacrime, nulla ha buon sapore.
La lacrima risplende, ma intorbidisce l'occhio.
Il piangere è un sollievo.
Le lacrime sono le più belle perle della sposa.
Le lacrime abbelliscono il volto della sposa nel dì delle sue nozze.

LADRO

La comodità fa l'uomo ladro.
Non tutti i ladri hanno la stella in fronte.
In casa dei ladri non ci si ruba.
Nel paese dei ladri tutti sono galantuomini.
Il ladro va dallo spillo all'uovo, dall'uovo al bue, dal bue alla forca.
La moglie del ladro non sempre ride.
In terra di ladri, la valigia dinanzi.
Ladro piccolo non rubare, che il ladro grande ti fa impiccare.
L'occasione fa l'uomo ladro.
Il ladro crede che tutti sian compagni suoi.
Non v'è maggior ladro d'un cattivo libro.
Quando c'è un ladro nel paese, tutti rubano.
La madre dei ladri non muore mai.
I ladri sarebbero pochi se nessuno tenesse loro mano.
Andar volentieri come va un ladro sulla forca.
Chi pochi soldi ti ha rubato ieri, domani ti vuoterà casse e forzieri.

LAMENTI

Assai domanda chi si lamenta.
E meglio contentarsi che lamentarsi.
Non è contento quel che si lamenta.
Il sospirar non vale.
E facile lamentarsi quando c'è chi ascolta.
Molti si lamentano del buon tempo.
Lamentarsi, supplicare e bere acqua è lecito a tutti.
Quando una cosa è accaduta, poco vale lamentarsi.
Il lamentarsi non riempie camera vuota.
E più facile lagnarsi, che rimuovere gl'impedimenti.

LAVORO

Chi lavora caccia i cattivi pensieri.
Il lavoro nobilita l'uomo.
A cattivo lavoratore ogni zappa dà dolore.
Il lavoro è un aiuto di Dio.
Chi ben lavora, ben raccoglie.
Chi si vergogna di lavorare, abbia vergogna di mangiare.
Chi lavora prega.
Chi lavora guadagna la vita; chi non lavora, la ruba.
Il lavoro dà benessere, abbondanza e considerazione.
Il lavoro non è soltanto una necessità, è anche un piacere.
Se tu vuoi che il mento balli, alle man devi fare i calli.
A lavoratore trascurato, i sorci mangiano il seminato.
Dove il lavoro coltiva il campo, non vi nascono ortiche.
Affaticati per sapere e lavora per avere.
Chi è lungo a mangiare, lo è anche a lavorare.
Chi non vuol lavorare, bisogna che si adatti a mendicare.
Il lavoro risana l'anima e il corpo.
Un buon lavoratore val più di dieci pigri.
Il lavoro porta seco l'agiatezza, l'abbondanza e la stima.
Lavora il campo se vuoi mietere.
Chi non ha voglia di lavorare perde l'ago ed il ditale.
Voglia di lavorar saltami addosso, e fammi lavorar meno che posso.
A buona lavandaia non mancò mai pietra.
Il lavoro è il balsamo del sangue.
L'uomo nasce al lavoro come l'uccello al volo.
Non manca mai da fare, a chi ben vuol lavorare.
Chi lavora non pecca.
Tutti devono lavorare: o con le mani o con la testa.
Pan di sudore ha gran sapore.
Il riposo e la salute si acquistano con il lavoro.
A buon cavallo non manca sella.
A buon cavalier non manca lancia.
A roba fatta non manca compratore.
Chi lavora si rimpannuccia; chi non lavora, si gratta la buccia.
Chi non travaglia, muor nella paglia.
Per cattivo lavoratore ogni accetta è senza filo.
Chi fila ha una camicia e chi non fila ne ha due.
Chi fila ha una camicia, e chi non fila se la leva.
Hai finito un lavoro che poco vale; l'hai fatto presto, ma l'hai fatto male.
Se il lavoro fosse un cane, di cani non ce ne sarebbero più.
Chi mura d'inverno, mura in eterno.
Chi mura a secco, mura spesso.

LEGGE

La legge nasce dal peccato.
Fatta la legge, trovato l'inganno.
Con le leggi si fa torto alle leggi.
Le buone leggi e l'ordine legano le mani ai tristi.
Dai mali costumi nascono le buone leggi.
Leggi senza pene, campane senza battaglio.
Dove parlano i tamburi tacciono le leggi.
Il cambiamento delle leggi non migliora nessuno.
Delle cose incerte non si fa legge.
Le leggi son come le tele di ragno.
E meglio non aver legge, che non farla osservare.
Non c'è legge così generale che non abbia la sua eccezione.
Il buono a nulla è assistito dalle leggi di tutti.
Una legge sulla pietra è pietra, una legge nel petto è vita.
Per il galantuomo non ci sono leggi.
In cento libbre di legge, non v'è un'oncia di amore.
Chi teme le leggi, non le infrange; e chi teme il castigo, sfugge da esso.
I patti rompon le leggi.
Una nuova legge è presto fatta, il difficile è farla bene.
Sono più i casi che le leggi.
L'usanza è legge.
Non tutte le leggi sono valide per tutti.
La legge è uguale per tutti.
Si può imporre la legge, ma non la prudenza.
Le leggi sono fatte pei birbanti.
La legge deve cedere alle usanze e alle circostanze.
Le leggi parlano, quand'anche si spezzino le tavole.
Osserva la legge, non la violare, custodiscila, che essa è la tua vita.
Tre cose fanno le leggi larghe e strette: necessità, persona e tempo.

LEGGEREZZA

La leggerezza e l'onore non vanno d'accordo.
Leggerezza e pazzia sono vicine di casa.
Cuor leggero non conosce lungo dolore.
Chi va a caccia senza cane, torna a casa senza lepri.
La leggerezza è il cancro della felicità.
La leggerezza è cieca, perciò presuntuosa.
Chi prima non pensa, in ultimo sospira.
Chi non fa il nodo, perde il punto.
I ragazzi e i pazzi credono che venti anni e venti lire, non debbano mai finire .
La leggerezza è madre di errori.
La leggerezza, quando riesce, è stimata virtù.
Chi soffia nella polvere, se ne riempie gli occhi.
Fare e pensar poi, ha fatto pentir molti.
Per un chiodo si perde un ferro, e per un ferro un cavallo.
La leggerezza è la tarma del corpo e la ruggine dell'anima.
Parlare senza pensare è come tirare senza mirare.
Chi non pensa prima, sospira dopo.
Chi cammina con la testa nel sacco, finirà per rompersela.
Chi opera senza consiglio ha in ricompensa il pentimento.
A volte ad occhi aperti si fanno grandi sogni Avventatezza nel consiglio e fretta nel fatto non portano che danno.

LEONE

E meglio un leone che mille mosche.
Anche il leone ha bisogno del toDo.

LEPRE

La lepre dorme ad occhi aperti.
La lepre va sempre a morire nella sua tana.
Uno leva la lepre e l'altro se la prende.
Lepre e cane corrono ambedue, ma ognuno per motivi diversi.
La lepre ha sempre fretta.
La lepre fugge quando il cane piscia.

LETTERA

La carta non diventa rossa.
Chi ha cuore ha anche carta.
Le lettere non ridono.
Bontà nel parlare e prontezza nello scrivere mantengono l'amicizia.
Chi scrive a chi non risponde, o è matto o ha bisogno.
Bisogna che la lettera aspetti il messo, non il messo la lettera.
Lettera fatta, fante aspetta.

LETTURA

Dio mi guardi da quelli che leggono un libro solo.
Più si legge, più s'impara.
Chi sa leggere nel libro del mondo, non ha bisogno di altri libri.
Leggere e non capire è come stare a letto e non dormire.
La lettura è soglievo dei mali, e consolazione nelle sventure.
Leggere e non intendere è come cacciare e non prendere.
Non è sapiente chi ha letto molto, ma chi ha letto bene.
Chi non conosce le lettere, non ha bisogno d'occhiali.
E asino di natura chi non sa leggere la sua scrittura.
Molti son quelli che insegnano a leggere, pochi quelli che insegnano a vivere.
Legger molto e non riflettere, è come mangiar molto e non digerire.
Meglio legger due volte, che una e dimenticare il meglio.
Leggi, rileggi e pondera.
Beata quella casa dove si sente leggere, e maledetta quella dove si sente cantare.
Chi non sa leggere porti il leggio.
Per chi non sa leggere, ogni scrittura è ebraico.
La lettura è come il cibo: non solo dev'essere sana, ma conviene masticarla e digerirla.
Mangiar libri e non digerirli è malsano.
E meglio leggere con i propri occhi, che con gli occhi altrui.
Non tutti quelli che leggono, intendono.
Chi non sa leggere e scrivere è mezzo uomo.
Leggi i libri antichi, e imparerai a comporne dei moderni.
Bisogna leggere per istruirsi, per correggersi e per consolarsi.
Leggere e non capire, fare e non riuscire, amare e non gradire son tre cose da morire.
E savio davvero chi sa leggere nel libro del mondo.
Leggere una volta aiuta bene; legger dieci volte aiuta meglio.
Meglio legger due volte, che una e dimenticare il meglio.

LIBERTA

Tutti i liberi sono ricchi, e tutti gli schiavi sono poveri.
La troppa libertà spezza il collo.
Chi non ha libertà, non ha ilarità.
Chi combatte per la libertà ha venti mani e venti cuori.
Sanità e libertà valgon più d'una città.
Chi di libertà è privo, ha in odio di essere vivo.
Non c'è denaro che paghi la libertà.
Meglio fave in libertà, che capponi in schiavitù.
Non v'è oro al mondo con cui si possa pagar la libertà.
Triste quel cane che si lascia prendere la coda in mano.
E meglio essere uccel di bosco, che uccel di gabbia.
La libertà è la più bella cosa che ci sia.
Meglio un'oncia di libertà che dieci libbre d'oro.
Il merlo ingrassa in gabbia, il leone muore di rabbia.
E meglio sentir cantare l'usignolo, che rodere il topo.
Bue sciolto lecca per tutto.
La libertà col danno è più preziosa della schiavitù con profitto.
E meglio esser digiuno fuori, che satollo in prigione.
Per chi vuol esser libero, non c'è catena che tenga.
Chi si trova in libertà ha gran bene e non lo sa.
Nessuna spada è più tagliente di quella che combatte per la libertà.
Quando la libertà non sa difendere se stessa, poco vale.
Nessuno ha maggior libertà della mosca, che si posa perfino sul naso di un re.
Pane nero e libertà.
Meglio dietro agli uccelli, che dietro ai signori.
Dopo la grazia di Dio, la miglior cosa è la libertà.
O servi come servo, o fuggi come cervo.
La troppa libertà è madre di rovina.
La libertà sfrenata ha sempre per compagna la sventura.
La libertà di casa mia compensa la povertà della mia scarsa mensa.
Non si vieta a nessuno il dar la testa nel muro, o il far qualunque sia protesta.

LIBERTA' di PENSIERO

Le mura per quanto forti, non possono impedire il volo del pensiero.
I pensieri non soffrono violenza.
Il pensiero ha buone gambe e la penna ha una buona lingua.
Nessuno può trovare il legame che avvicina i pensieri.
Anche in prigione è libero il pensiero e possibile la fermezza d'animo.
Il pensare è libero, ma il parlare vuol prudenza.
Ben si può togliere ad uno la testa, ma non i suoi pensieri.
Nessuno per quanto accorto, può mettere le mani addosso ai pensieri.
I pensieri e le colombe quando volano via, non tornano mai soli.
Si può pensar quel che si vuole, ma non dirlo.
Per il pensare non s'impicca nessuno.
Se si potessero giudicare i pensieri, quante teste ruzzolerebbero! Non è meno impossibile impedir l'ingresso ai pensieri, che agli uccelli di volar sopra il tuo capo.
Dieci sgherri non trarrebbero un pensiero fuor dalla testa.

LIBRI

I libri, come gli amici, devono essere pochi e ben scelti.
I libri non esauriscono le parole; le parole non esauriscono le idee.
Il libro più grosso è quello dei perché.
I libri parlano allo spirito, gli amici al cuore, il cielo all'anima, e tutto il resto agli orecchi.
Chi ha libri, ha labbra.
Il libro serrato non fa l'uomo letterato.
Un buon libro è un buon amico.
I buoni libri sono i migliori compagni.
Non v'è peggior ladro d'un cattivo libro.
Più grosso è il libro, più sottile è lo spirito.
Non bisogna giudicare un libro dal suo titolo.
Non c'è cosa più bella d'un bel libro.
Per mezzo dei libri i morti insegnano ai vivi.
La libreria non fa l'uomo dotto.
Ogni volta che apri un libro, qualcosa impari.
Fa viver dopo morto il libro dotto.
E meglio un libro corretto che bello.
Voler imparare senza libro, è come voler attingere acqua senza secchio.
Da un libro vuoto non si raccoglie saviezza.
I libri sono all'anima ciò che gli alimenti sono al corpo.
I cattivi libri e la caccia sono la rovina della gioventù.
Chi non sa tenere il libro, non lo sa neanche leggere.
Grosso libro, grosso guaio.
Il libro del "può essere" ha molte pagine.
Tale è la sorte del libro prestato: spesso è perduto, ed ognora guastato.

LIMITI

Non c'è cosa così lunga e larga che non se ne veda la fine.
Anche il maggio più lungo non entra in giugno.
Nessuno può oltrepassare la fine.
Dio ha posto un limite all'uomo, che egli non può oltrepassare.
I grandi signori hanno le mani lunghe, ma non arrivano al cielo.
Ogni mare ha le sue sponde.
Non si può salire una montagna più su della sua cima.
Il giorno dell'infelice è lungo, ma anch'esso ha fine.
Il largo ha un vivagno, e il profondo un fondo.
Anche il bue dello zar non ha più di due corna.
Nessuno è così alto da toccare il cielo col capo.
Dio non lascia crescere alberi sino al cielo.

LINGUA

La lingua delle donne taglia e cuce.
Per la lingua si langue.
Un colpo di lingua fa più male di un colpo con la lancia.
Ogni triste uccello ha la lingua per coltello.
Gli uomini si legano per la lingua, i buoi per le corna.
La lingua batte dove il dente duole.
Da falsa lingua, cattiva arringa.
Di molti malanni la lingua è cagione.
E meglio essere di man battuto, che di lingua ferito.
Bocca e lingua castigate, molte angustie risparmiate.
Chi d'altrui sparla, si brucia la lingua.
Chi non ha giudizio, non abbia lingua.
La lingua unge e il dente punge.
La lingua non ha osso, ma taglia e trincia minuto e grosso.
La lingua d'uno stolto è lunga abbastanza per tagliargli la gola.
Fa' che la tua bocca sia il carcere della tua lingua.
Chi ha mala lingua, bisogna che abbia buone reni.
La lingua del cattivo amico taglia più del coltello.
Guardatevi dalle vostre lingue: è un consiglio buono per i vecchi e per i giovani.
Dalla lingua i medici conoscono le malattie del corpo, i filosofi quelle dell'anima.
La lingua non ha osso ma fa rompere il dosso.
La lingua non ha osso ma può far male grosso.

LINGUE DIVERSE

Chi sa le lingue va in ogni dove.
Chi lingua ha, a Roma va.
Lingua toscana in bocca romana.
Lingua senese in bocca pistoiese.
Ogni lingua vale un uomo.
Chi conosce molte lingue, è lodato e amato da tutti.
Lingue straniere, stranieri costumi.
Lingua uguale fa uguaglianza d'animo.
L'uso nelle lingue è un tiranno.
Chi parla due lingue è doppio uomo.
Quattro lingue sono comuni nel mondo: mentire, bestemmiare, calunniare, prometter molto e dar poco.
Il latino è la lingua di cucina dei dotti.
La lingua spagnola è la più amabile; quando il diavolo tentò Eva, le parlo in spagnolo.
La lingua è la colla dei popoli.
La lingua è la pittura del pensiero.

LITI

Lite ingarbugliata è mezzo guadagnata.
Non c'è cattiva causa che non trovi il suo avvocato.
Tra i due litiganti il terzo gode.
Non far liti, perché chi vince resta in camicia e chi perde resta nudo.
Gli sciocchi e gli ostinati, fanno ricchi i laureati.
Mercante litigioso, o fallito o pidocchioso.
Le cause le vince chi non le fa.
Portan le liti danni infiniti.
La lite vuol tre cose: gambe leste, tante parole e borsa aperta.
Chi litiga col muro si rompe la testa.
Chi ha ragione teme, chi ha torto spera.
Chi perde con ragione non perde nulla.
Meglio un magro accordo che una grossa sentenza.
Un sacco di ducati, uno di carta, e uno di pazienza, per aver buona sentenza.
Se entri in mischia, due sacchi devi portare, per ricevere l'un, l'altro per dare.
Chi perde si gratti.
Con le mani in mano non si va dagli avvocati.
Quando i ladri s'accapigliano, il contadino recupera la vacca.
Chi si prepara a litigare, si prepara alla miseria.
Litigare e fabbricare è volersi rovinare.
Quattrini e amicizia, rompon le braccia alla giustizia.
Non c'è peggior lite che tra sangue e sangue.
Chi ha la sentenza contro e si appella, porta a casa due tristi notizie.
Fra ladri amici e per rubare uniti, nel divider la preda insorgon liti.
Finché la lite ancor sospesa pende, l'un ride e sguazza, l'altro piange e spende.

LODA

Chi ci loda si deve sfuggire e chi ci annoia si deve soffrire.
Chi non si loda, sia lodato.
La lode giova al savio, e nuoce al matto.
Di se stesso il lodatore, trova presto un derisore.
Chi ti loda in presenza, ti biasima in assenza.
Le lodi umane son cose vane.
Loda il giorno alla sera, e il giovane quando avrà la barba.
Chi si loda, s'imbroda.
Non suonar mai la tromba delle tue lodi.
Versa la lode nell'orecchio se vuoi che l'amore germogli nel cuore.
Lode falsa, dileggio certo.
Loda e conforta, e non t'obbligare.
A ogni santo la sua candela.
Non creder lode a chi il suo caval vende, né a chi dar moglie intende.
Non contentatevi di lodare la gente per bene: imitatela.
Né cavallo, né moglie, né vino, non li lodare al tuo vicino.
Da Lodi tutti passano volentieri.
Chi canta le proprie lodi, stona sempre.
Del brodo di lodola tutti sono ghiotti.
Cosa fatta va lodata.
Cerca piuttosto di essere lodevole che lodato.
Chi loda se stesso, non è ucciso dal fulmine.
Loda tutto ciò che è lodevole, non biasimare tutto ciò che troverai degno di biasimo.
In casa loda, in mercato biasima.
Se lodi il buono, diventerà migliore; biasima il triste e diverra peggiore.
Essere lodato da chi può biasimar senza timore, fa gran piacere.

LONTANANZA

La lontananza mitiga l'amore.
Acqua lontana non spegne il fuoco.
La lontananza ogni gran piaga sana.
Molti son presenti col corpo e lontani col cuore.
Se occhio non mira, cuor non sospira.
Star lontano è un buon riparo contro gli archibugi.
Lontan dagli occhi, lontan dal cuore.
La grand'acqua del lago lontano non spegne il piccol fuoco vicino.
Si sta più amici a stare un po' lontani.
Vicinanza è mezza parentela.
Da lontano un vaso d'argento pare un calice d'oro.
La cattiva mercanzia da lontano pare buona.
Spesso si vede meglio da lontano che da vicino.
Chi minaccia da lontano, tace poi quand'è vicino.
Il cuore più è lontano e più sospira.
Chi vien da lontano può dir quel che vuole.

LOQUACITA'

Loquaci e bugiardi sono cugini.
Quando tacciono i loquaci, parlano i savi.
Donna ciarliera parla di tutti, e tutti parlano di lei.
L'uomo loquace sente parlar volentieri se stesso.
Chi a troppi parla, a pochi dà consiglio.
Non lasciar entrare in casa un loquace, se vuoi serbar la pace.
Bocca verbosa, bocca pericolosa.
Ruota rotta sempre cigola.
A discorrer troppo si muore.
Le ciance spesso riescon lance.
Chi non ha ingegno nella testa, l'ha di solito nella lingua.
Il loquace fa due mali: alla propria bocca e alle orecchie altrui.
Lingua bordella per sette favella.
La cicala prima canta e poi schiatta.
Chi ha molte parole, spesso si duole.
Troppo grattar cuoce, e troppo parlar nuoce.
Chi troppo dice, niente fa.
Chi assai ciarla, spesso falla.
Le teste di legno fan sempre chiasso.
La pentola vuota è quella che suona.
Una lingua lunga è segno d'una corta mano.
E ignorante chi sempre parla.
I matti cianciano volentieri.
Chi sa poco presto parla.
Una parola tira l'altra.
Il ferro di cavallo che risuona, ha bisogno di un chiodo.

LOTTO

Il gioco, il lotto, la donna e il fuoco non si contentan mai di poco.
Chi si fida nel lotto, non mangia di cotto.
Il lotto è la tassa degli imbecilli.
Chi gioca al lotto, è un gran merlotto.
Chi dal lotto spera soccorso, mette il pelo come un orso.
I denari del lotto se ne van di galoppo.
Chi gioca al lotto, in rovina va di trotto.
Il lotto è un inganno continuo.

LUCCIOLA

Ogni lucciola non è un fuoco.

LUCERTOLA

E meglio testa di lucertola che coda di drago.
Chi è morso dalla serpe, teme la lucertola.
Testa di lucertola, collo di gru, gambe di ragno, pancia di vacca, groppa di baldracca.

LUGLIO

Il mattino scuro di Luglio non significa brutta giornata.
San Giacomo vuol sempre versare la bottiglia.
Se piove a sant'Anna, piove un mese e una settimana.
A sant'Anna corre l'acqua per la piana.
Quando in Luglio il fumo resta nel camino il tempo sarà troppo caldo.
Se piove a santa Maddalena si riempirà la fontana.
Caldo e chiaro a san Giacomo, molto freddo a Natale.
Se le formiche s'agitano a sant'Anna, tempesta ai piè della montagna.
Presto la pioggia suol venire a noia, ma in Luglio è un ricco dono e apporta gioia.
Luglio dal gran caldo, bevi ben e batti saldo.

LUNA

Gobba a levante, luna calante; gobba a ponente, luna crescente.
Alla luna settembrina sette lune le s'inchina.
Luna cerchiata, o vento o pioggia.
A luna scema non salare, a luna crescente non tosare.
Luna nuova, tre giorni in prova.
Quando la luna è tonda, essa spunta e il Sol tramonta.
La luna, regge il lume ai ladri.
La luna, non si cura dell'abbaiar dei cani.
Ogni granchio, ha la sua luna.
Luna merculina, pioggia e tempesta.
Bisogna fare il muso, secondo la luna.
La luna è bugiarda; quando fa C, diminuisce e quando fa D, cresce.
L'anno di tredici lune, fa piangere i bimbi nelle cune.
Luna di Febbraio, madre di vendemmia.
Alla luna di Febbraio potar si deve.
Luna piena di Natale, gran siccità è male.
Non passa Carnevale senza luna di Febbraio.
Se in luna nuova s'è feriti si tarda a guarire.
La luna, se non riscalda, illumina.
Luna pallida annuncia la pioggia, la rossa marca il vento e la chiara promette il bel tempo.
Quando si va a messa di mezzanotte con la luna, chi ha due vacche ne venda una.
Quando la luna viene nei primi dieci dì, non è di quel mese lì.
Al quinto dì della luna vedrai quale mese avrai.
Luna mercolina è peggio di tempesta e brina.
Gran vento di luna vecchia, porta buon tempo.
Chi taglia a luna nuova, fà mala prova.

LUPO

Il lupo mangia ogni carne e lecca la sua.
Il numero delle pecore non fa paura al lupo.
Se hai lupi per compagni tieni il can sotto il mantello Il lupo non è buono da vivo e neppure da morto.
Morte di lupo, sanità di pecora.
Dal lupo non nascono agnelli.
Il lupo perde il pelo; non il vizio.
Chi ha il lupo per vicino, si porti il cane sotto il mantello.
Quando nevica, il lupo predica.

LUSINGA

Dolce canto molti ne ha ingannati.
Le parole mielate sono veleno.
Anche il lusingare è un'arte.
Folle chi crede a femminil lusinga.
Per piacere ai matti, bisogna dir loro quello che odono volentieri.
Prima lusingare e poi graffiare è l'arte dei gatti e dei bricconi.

LUSSO

Il lusso è il peggior diavolo del matrimonio.
Fuori pompa, in casa fame.
I giardini belli vuotano i borselli.
Sete e raso spengono il fuoco in cucina.
Chitarra e schioppo fanno andare la casa a galoppo.
Né cavalli, né giardini non son pei poverini.
Pranzo di parata, vedi grandinata.
Il desiderio di parer ricchi fa tre quarti dei poveri.
Chi tien cavallo e non ha strame, in capo all'anno si gratta il forame.
Sete, raso, velluto, ermellino, spengono il fuoco nel camino.
L'orgoglio dell'abbigliamento è una maledizione.
Chi vive come un imperatore, può morire come un mendico.
Molti cavalli e molti cani, fanno d'un signore un contadino.
Non sempre lo spreco è segno d'abbondanza.
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