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DIZIONARIO DEI PREVERBI
Dizionario o vocabolario dei preverbi un detto breve e spesso arguto, di origine popolare e molto diffuso, che contiene massime, norme, consigli fondati sull'esperienza.

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Dizionario o vocabolario: dei proverbi per consultare i vari proverbi presenti nel vocabolario o dizionario.
DIZIONARIO O VOCABOLARIO
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Proverbio

definizione
Proverbio Sentenza breve di uso comune, che esprime idee e credenze comunemente accettate. Per la maggior parte, i proverbi affondano le loro radici nel folclore e sono stati conservati dalla tradizione orale. Un esempio di questa saggezza popolare è "Chi dorme non piglia pesci". Spesso le stesse credenze comunemente accettate si ritrovano in proverbi di lingue e culture diverse. La Bibbia ha fornito un gran numero di proverbi, ad esempio "Occhio per occhio, dente per dente", che ha un equivalente africano in "Una pelle di capra compera una pelle di capra; una zucca, una zucca". Il proverbio "Un passero in mano ne vale due nella siepe", che proviene dal latino medievale, conta numerose varianti in italiano ("Meglio un uovo oggi che una gallina domani"), spagnolo, portoghese, rumeno, tedesco e islandese.
I proverbi hanno talvolta origini letterarie, come l'adattamento in senso cristiano della frase di Esopo "Aiutati che il ciel ti aiuta" o il detto, tratto dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, "Cosa fatta capo ha". Altri possono aver preso spunto dalla vita quotidiana, come "Prima o poi tutto viene a taglio, anche le unghie per pelare l'aglio", o far riferimento a superstizioni, come "Di venere e di marte non si sposa e non si parte", o alle condizioni del tempo, come "Rosso di sera bel tempo si spera". Altri proverbi sono nati da abitudini cadute in disuso, come nell'espressione "Essere al verde", sorta dall'uso di sospendere le aste quando la candela sul tavolo del banditore si riduceva all'estremità dipinta di verde.
Particolare fortuna ebbe nel Rinascimento la raccolta di proverbi classici (Adagi) compilata da Erasmo da Rotterdam. In Italia, l'interesse per la cultura popolare e il mondo dei proverbi fu promosso nell'Ottocento da Niccolò Tommaseo e Giuseppe Giusti.

IGIENE

Dove entra il sole non entra il medico.
Sole dal vetro e aria di fessura, mandan presto in sepoltura.
Bacco, tabacco e venere riducon l'uomo in cenere.
E meglio sudare che tremare.
Di mattina l'aria fresca tien la vita sana e lesta.
Pillole di gallina, sciroppo di cantina, berretta in testa e manda il medico a far festa.
Aria di finestra, colpo di balestra.
Due dita di vino prima della minestra, è per il medico una tempesta.
Quel che mangia e non riposa, non fa ben nessuna cosa.
Il corpo e l'anima ridono a chi si alza di buon mattino.
Vino spesso, pane caldo e legna verde, e non si lagni l'uomo se si perde.
Chi mangia senza fame e beve senza sete, se ne va presto all'eterna quiete.
Veste di lana, tien la pelle sana.
Più vuoto che pieno, più caldo che freddo, più ritto che a sedere.
Tre cose chiudono la porta al medico: allegria, temperanza e quiete.
Vita quieta, mente lieta e moderata dieta.
Chi dorme nel lato manco, ha il cuore franco, e chi nel lato dritto, ha il cuore afflitto.
E meglio consumar le scarpe che le lenzuola.
Chi vuol vivere sano e lesto, mangi poco e ceni presto.
Il dolce dell'osteria, mena all'amaro di farmacia.
Il caldo è la vita, il freddo è la morte.
Al bambino che non ha denti, freddo fa di tutti i tempi.
Chi cena di buon'ora non cena in malora.
Caldo di panno non fa mai danno.
Nei mesi errati non seder sopra gli erbati.
L'aria sana impoverisce i medici.
Ciascuno spazzi ben sotto il suo letto e avremo tutto il sentiero pulito e netto.

IGNORANZA

L'ignoranza spesso nuoce più della malizia.
L'ignoranza e volontaria sciagura.
Chi male intende, peggio risponde.
L'ignoranza è ingiusta verso tutti.
L'ignoranza è la peggiore delle povertà.
L'ignoranza è la madre dell'impudenza.
Chi non sa leggere la sua scrittura, è un asino per natura.
Meglio mendicante che ignorante.
L'ignoranza è la notte dell'intelletto, senza luna né stelle.
L'ignoranza è la madre della miseria.
Per i ciechi non è mai giorno.
Chi non ha imparato nulla, vivrà di pan stentato.
Il saggio ha occhi in testa, l'ignorante cammina al buio.
Il cuore del sapiente cerca la dottrina e la bocca dello stolto si pasce d'ignoranza.
Di tutte le malattie, l'ignoranza è la più pericolosa.
Tre asini e un ignorante fanno quattro bestie.
L'ignorante fra i dotti è come la bestia fra gli uomini.
Non c'è nessuno più intrattabile d'un ignorante.
Vi sono tre specie d'ignoranza: saper niente, saper male, saper ciò che non serve sapere.
Un ignorante trova sempre un altro più ignorante che lo ammira.
E bella cosa il sotto in su in pittura, ma per chi non capisce è storpiatura.
Mascherarsi non può l'uomo ignorante, se parla, è conosciuto al primo istante.
Il dotto molto pensa e poco parla, non pensa l'ignorante e sempre ciarla.
Non accettar progetti né consigli, da chi educar non seppe i propri figli.

ILLUSIONI

Si sogna anche a occhi aperti.
Due cose stanno di rado sotto lo stesso cappello: esperienza ed illusione.
A far castelli in aria tutti siamo buoni.
Chi conta sul futuro sovente s'inganna.
Alle volte si crede di trovare il sole d'agosto e si trova la luna di marzo.
Non bisogna dir tre finché la noce non è nel sacco.
Non bisogna fidarsi dei sogni.
Chi si pasce di gloria letteraria, è pari ad un uccel che vive d'aria.
Il fumo dell'arrosto non riempie la pancia.

IMMAGINAZIONE

L'immaginazione e la paura sono peggiori della pestilenza.
L'immaginazione inganna.
L'immaginazione e peggiore della febbre terzana.
L'immaginazione innanzi tempo impedisce la destrezza.
Quando le braccia lavorano assai, l'immaginazione riposa.

IMMORTALITA

La morte è la porta della vita eterna.
Chi ben vive non muore mai.
Nell'altra vita si vive senza pericolo della vita.
Una morte onorata è vita eterna.
Ben morire non è morire, ma un rivivere nella vita eterna.
La morte ci rende uguali nella sepoltura, disuguali nell'eternità.
Chi pensa spesso alla morte, provvede alla vita futura.

IMPARARE

L'imparar costa sudore.
S'impara insegnando.
Impara in gioventù, e saprai in vecchiaia.
Quel che s'impara volentieri, s'impara facilmente.
Chi si vergogna d'imparare, si vergogna del suo bene.
Impara e saprai.
Impara l'arte e mettila da parte; tempo verrà ch'ella ti bisognerà.
Impara piangendo, e riderai guadagnando.
L'imparare ha una radice amara, ma porta dolci frutti.
Molti vorrebbero imparare, ma non spendere.
L'imparare conduce al sapere, e il sapere al godere.
Imparar non è vergogna, è vergogna non saper nulla.
Bisogna imparare quel che può giovare.
Voler imparare senza libro, è come voler attingere acqua senza secchio.
Imparare, ritenere e ripetere sono i tre cardini dello studio.
A chi si sforza d'imparare, non gli mancherà mai il pane.
Quel che s'impara da giovane, non si scorda per tutta la vita.
Chi vuol imparar troppo, nulla impara.
S'impara di più con gli orecchi, che con gli occhi.
Ciò che s'impara a proprie spese, non si dimentica facilmente.
Chi vuol imparar qualche cosa, non deve dormir troppo.
Impara a parlare prima d'imparare a cantare.
Quel che s'impara bene, difficilmente si dimentica.
Chi ha voglia d'imparare, impara presto.
Chi si fa costringere ad imparare, impara poco.
Chi ha imparato qualche cosa, sa trarsi d'impiccio.
Chi molto pratica, molto impara.
Finché si vive, sempre s'impara.
E meglio non imparare, che imparar male.
Se l'imparare fosse come ber vino, tutti sarebbero dotti.

IMPAZIENZA

L'impazienza rovina le forze.
L'uomo impaziente agirà da stolto.
L'impazienza raddoppia il male.
L'impazienza siede sempre con i piedi sui carboni ardenti.
Un quintale d'impazienza non alleggerisce di un'oncia la croce.
Una lieve impazienza può causare gravi disturbi.
L'impazienza sconvolge tutte le virtù.
L'impazienza e l'ira scompigliano tutte le cose.
L'impazienza è la madre della disperazione.
L'impazienza è il carattere dell'ignoranza.
L'impazienza è la spada a due tagli dell'anima.
L'impazienza cavalca in groppa al pentimento.
Le sofferenze passano, ma l'impazienza le inacerbisce.
Se pazienza ti manca e discrezione, né buon servo sarai, né buon padrone.

IMPERATORE

L'imperatore è tutore di tutti.
Anche l'imperatore non è che uomo.
Dai retti e forti giudizi si riconosce la rettitudine dell'imperatore.
L'imperatore ha il diritto di grazia.
L'imperatore è imperatore finché è giusto.
L'imperatore può tutto per il bene, ma nulla contro la giustizia.

IMPOSSIBILITà

Nessuno è obbligato a far l'impossibile.
Non c'è nulla di impossibile.
Un furbo può fare lo sciocco, ma uno sciocco non può fare il furbo.
Senza 1' occhiello il bottone non s' abbottona.
Non si fa nessuna frittata senza rompere le uova.
Non si può fare il boia e l'impiccato.
Non si può bere e fischiare.
Senza farina non si può fare il pane.
Oltre il "Non Puoi", non c'è più nessun paese.

IMPRUDENZA

Chi il vasto mare intrepido ha solcato, talvolta in piccol rio muore annegato.
Ha cento volte un uomo flemma e giudizio, alla centuna corre al precipizio.
Mal può rendere ragion del proprio fatto chi lardo, o pesce lascia in guardia al gatto.
Del prossimo anno chi l'entrata intacca, mangia il vitello in corpo della vacca.
Dicono che è mercante anche chi perde, ma questo presto si ridurrà al verde.
Chi da a credenza molte merci spaccia, ma un presto fallimento si procaccia.
Ho veduto assai volte un piccol male non rispettato, divenir mortale.
Se le lattughe lasci in guardia alle oche, al ritornar ne troverai ben poche.
Scherzando intorno al lume che t'invita, farfalla perderai l'ali e la vita.
Non dir brutta a una donna; un tal reato non ha donna a nessun mai perdonato.
Chi ha bravo cuoco e amici sempre invita, se non ha buona entrata, ha buona uscita.
Chi tutti sprezza, offende, insulta e sfida, pare che vada cercando uno che l'uccida.
Rimedio a molti mali s'è trovato, tranne all'osso del collo, se è slogato.

INCIVILTA

Guardati da chi ride e guarda in là.
Chi va alle nozze, e non è invitato, ben gli sta se viene cacciato.
Gioco di mano, gioco da villano.
Il giocar di mani dispiace fino ai cani.
A parole lorde, orecchie sorde.
Non è villan chi in villa stia, ma villano è chi usa villania.
Tasto di mano, sta lontano.
Chi ride a un'impertinenza, se ne fa complice.

INCLINAZIONE

Le inclinazioni sono cattivi giudici.
Dalle inclinazioni nascono le virtù e i vizi.
Inclinazione e ragione di rado van d'accordo.
Chi è buono ad una cosa e chi ad un'altra.
Dove uno propende per natura, è facile guidarlo.
Se non hai pronto ingegno e mente chiara, lascia lo studio ed un mestier impara.

INCOSTANZA

Donna, vento e fortuna mutano e cambiano come la luna.
Troppo voltare fa cascare.
I pensieri del giovane sono mutabili come le onde del mare.
Come le nuvole sono instabili in cielo, gli uomini lo sono sulla terra.
Chi ha da fare con un incostante, tien l'anguilla per la coda.
Chi discioglie la vela a più di un vento, arriva spesso a porto di tormento.
Alla luna mutabile mal si può fare una veste.

INDIPENDENZA

Felice colui che non passa porte altrui.
E meglio esser padrone di un testone che servo di un milione.
Meglio libero e povero, che schiavo con catena d'oro.
Meglio polenta in casa propria, che arrosto in casa d'altri.
Un contadino in piedi è più grande di un nobile in ginocchio.
Mangia erba e minestra, e vivi indipendente.
Val più il pantano proprio, che il lago altrui.
Ciascuno vende la sua mercanzia come gli pare.
E meglio far la serva in casa propria, che la padrona in casa d'altri.
Il vasaio appiccica il manico dove gli pare.
Chi ha il mestolo in mano fa la minestra a modo suo.
E meglio esser capo d'asino, che coda di cavallo.
Un bravo filatore si tien la rocca da sé.
La luna non cura l'abbaiar dei cani.
E meglio un quattrino proprio, che uno scudo d'altri.
Meglio nella mia baracca di legno, che nel palazzo del mio padrone.
E meglio un cavolo in casa nostra, che arrosto in casa di padroni.
Chi ha in mano pane e coltello, taglia le fette come vuole.
E meglio entrare saltando, che strisciando.
Ognuno può far della sua pasta gnocchi.
Felice chi ara il campo con i suoi buoi.
Villano diritto è superiore a gentiluomo in ginocchio.
E una gran fortuna star ritto sui propri piedi.
Chi non vuol giogo al collo, non s'inchini.
E meglio esser testa di gatto che coda di leone.
Chi ha frutti nel proprio giardino, li mangia quando vuole.

INDOLE

Tre cose mostrano l'indole altrui: i libri, gli amici, i regali.
Ognuno legge le sue carte.
Il lupo cambia il dente, ma non la mente.
Non tutti gli asini si somigliano.
Cento cervelli, cento cappelli.
Vari son degli uomini i cervelli, a chi piace la torta, a chi i tortelli.
Non tutti i matti rompono i piatti.
Non tutti i piedi stanno bene in una scarpa.
Ogni campanaio suona le sue campane.
La botte dà il vino che ha.
Tante teste, tanti cervelli.
Uomo zelante, uomo amante.
Ci sono dei savi matti, e dei matti savi.
Vari son degli uomini i capricci: a chi piace la torta, a chi i pasticci.
Chi la intende, chi non l'intende e chi non la vuole intendere.
Quel che vien con la cuffia di fanciullo, se ne va col lenzuolo da morto.
Dal fiore da cui l'ape sugge il miele, il ragno sugge veleno.

INDOLENZA

Il letto caldo fa la minestra fredda.
Uomo poltrone, uomo poverone.
Letto e fuoco fan l'uomo da poco.
Chi troppo dorme, nulla trova quando s'alza.
Chi si cava il sonno, non si cava la fame.
Chi dorme grossa mattinata, va mendicando tutta la giornata.
Volpe che dorme, vive sempre magra.
Chi non vuol far fatiche, il terreno gli produce ortiche.
Al cattivo zappatore, ogni zappa dà dolore.
Il campo dell'accidia è pieno d'ortiche.
Al lavoratore trascurato, i sorci mangiano il seminato.
Quando dorme il giardiniere, il diavolo pianta la mal'erba.
A gatto che dorme non corre sorcio in bocca.
Le armi dei poltroni non tagliano né forano.
Per la via di poi, poi", si arriva a casa di "mai, mai".
Uomo lento non ha mai tempo.
Chi si alza tardi, si trascina tutta la giornata, e comincia appena il suo lavoro a notte.
Non amare il sonno, affinché non ti opprima la miseria.
A casa Poltroni è sempre festa.
Il caldo delle lenzuola non fa bollir la pentola.
Non è col dir "miele miele", che la dolcezza viene in bocca.
Dice il fuoco: sta qui un poco"; dice il letto: "sta qui un pezzo".

INDOVINARE

A pensar male s'indovina sempre.
I più matti di casa, son quelli che s'appongono.
Fammi indovino, ti farò ricco.
L'esperienza e la prudenza sono indovine.
I matti e i fanciulli indovinano.
Alla prima non s'indovina.
Poeti, pittori e pellegrini, a fare e a dire sono indovini.

INDUSTRIA

L'industria del padre deve essere l'eredità dei figli.
L'industria fa la ricchezza.
Da vecchio legno si possono far spesso cucchiai nuovi.
Ogni fiore serve all'ape a far miele.
L'industria è la mano destra della fortuna.
Uno estrae il marmo, e l'altro ne fa delle colonne.
Con dei vecchi cenci spesso si fa una veste nuova.
Il ferro nelle mani del fabbro valente diventa acciaio.
L'ape industre nell'estate, mangia miele tutto l'inverno.
Uomo industrioso non sarà mai bisognoso.
L'industrioso può sempre arricchire.
Chi lavora in casa non tocca legnate all'osteria.
Chi d'estate secca serpi, nell'inverno mangia anguille.
Chi raccoglie ogni pezzetto di legno, ne ha presto un fastello.
Iddio accoppiò la pace con l'innocenza, l'abbondanza con l'industria, la sicurezza con il valore.

INESPERIENZA

Chi non sa un'arte, serri bottega.
Non ogni uccello conosce il buon grano.
L'uomo senza esperienza crede ad ogni parola; ma l'uomo cauto bada dove mette i piedi.
Chi non sa scorticar, taglia la pelle.
Chi non conosce il male, nel male cade.
Il fanciullo allevato in casa, poco vale in mezzo al mondo.
Madre, com'è grande il mondo", disse il fanciullo che aveva fatto il giro dell'orto.
Chi non sa ballare, non si metta in ballo.
Non si fa più lunga strada, che quando non si sa dove si vada.
Chi non ha mai messo il dito nel fuoco, non sa quanto sia caldo.
Quando si mandano i fanciulli al mercato, i mercanti stanno allegri.
Prendere consiglio da gente inesperta, è come spremer vino dall'agresto.
I legnaioli inesperti fanno grosse schegge.
Il cieco non giudichi i colori.
Di legna verde chi fa gran consumo, sempre la casa avra piena di fumo.

INFELICITA'

Spesso una lieta fronte nasconde un' anima turbata.Ogni cuore ha il suo dolore.
Tutti nascono piangendo, e nessuno muore ridendo.
Non tutti son felici quelli che sembrano tali.
Non c'è rosa senza spina.
Le rose cascano, le spine restano.
Spesso la bocca ride, mentre il cuore piange.
L'uomo è nato per penare.
Chi porge un dito all'infelice, Dio gli porgerà tutta la mano.
Ognuno ha la sua croce.
Ognuno ha il suo impiccato all'uscio.
Ogni magione ha la sua passione.
Ogni porta ha il suo martello.
Chi non ce l'ha all'uscio, ce l'ha alla finestra.

INGANNO

Dove manca l'inganno, finisce il danno.
L'inganno e l'astuzia hanno le ali corte.
L'inganno è un uccello con le ali mozze.
La molta cortesia, fa temere che inganno ci sia.
San Giovanni non vuole inganni.
L'inganno gioca a mosca cieca.
Chi scava la fossa agli altri, vi cade dentro egli stesso.
Con arte e con inganno si vive mezzo l'anno, con inganno e con arte si vive l'altra parte.
Tre cose ingannano facilmente: campane che suonano da lontano, lume di notte e parola d'ipocrita.
Chi inganna l'ingannatore, non merita pena, ma onore.
L'inganno ha la voce di Giacobbe e le mani di Esaù.
Sopra l'ingannator cade l'inganno.
Chi ad altri ordisce inganni, a sé cerca molti affanni.
Ciò che comincia con bugia, finisce con inganno.
Tre cose sono ingannevoli in ogni tempo: erba in rugiada, cavallo in arnese e donna in bella veste.
L'inganno torna a casa dell'ingannatore.
L'apparenza inganna.
Chi fa una trappola ne sa tender cento.
Chi ti accarezza più di quel che suole, o t'ha ingannato od ingannar ti vuole.
Chi va con l'inganno, resta ingannato.
Buone parole e cattivi fatti, ingannan savi e matti.
Chi crede d'ingannar Dio, se stesso inganna.
L'inganno inganna se stesso.
Chi vuole ingannare il prossimo, inganna se stesso.
L'inganno e il furto si coprono di belle apparenze.
Inganno trova inganno.
Molti hanno insegnato a ingannare temendo d'essere ingannati.
Chi non si mostra com'è, va ingannato.
Le lacrime servir vidi all'inganno, piangeva di gioia chi mostrava affanno.

INGEGNO

L'ingegno impara spesso da sé.
Val più il legno che la scorza, e l'ingegno che la forza.
L'ingegno è il capitale dei poveri.
I grandi ingegni e le grandi fortune non sempre vanno insieme.
A chi ha testa non manca cappello.
Dove ingegno e cuore si uniscono, fanno miracoli.
Chi ha molto ingegno l'adoperi.
Una mano piena d'ingegno val più di un sacco pieno d'oro.
Non la barba, ma l'ingegno, rende l'uomo d'impiego degno.
E meglio ingegno naturale, che elemosina di scienza.
L'ingegno senza il giudizio è un fuoco in mano a un pazzo.
Con l'ingegno si può acquistar denaro, ma col denaro non s'acquista ingegno.
Con arte e con ingegno s'acquista mezzo regno; e con ingegno ed arte s'acquista l'altra parte.
Felice quello che con ricchezza possiede cervello.
L'ingegno si sviluppa con l'esercizio.
Si fa più con l'ingegno che col denaro.
La necessità aguzza l'ingegno.
Un pugno d'ingegno vale un baril di dottrina.
Chi ha l'ingegno nelle dita, non può averlo nella testa.
Dove l'ingegno non è di moda, si deridono i più savi.
Buona la forza, meglio l'ingegno.

INGIURIA

Le ingiurie sono le ragioni di chi è dalla parte del torto.
La dimenticanza è il rimedio dell'ingiuria.
Il savio dimentica le ingiurie come l'ingrato i benefici.
La saetta gira, gira, torna addosso a chi la tira.
Chi la fa, se la dimentica; chi la riceve, se la lega al dito.
Dimenticare un'ingiuria è la miglior vendetta.
Chi la fa, l'aspetti.
Gente grande sprezza piccola ingiuria.
La freccia spesso rimbalza contro chi la scagliò.
Di ragioni dimostra aver penuria, chi l'avversario con parole ingiuria.

INGIUSTIZIA

Ciò che si acquista con l'ingiustizia, se lo porta via il diavolo.
L'ingiustizia si può sopportare, ma non approvare.
Chi sopporta l'ingiustizia vecchia, invita a casa la nuova.
Chi semina ingiustizia, mieterà sciagura.
L'ingiustizia incomincia quando si fa male ad alcuno.
L'ingiustizia è intollerabile, perciò distrugge se stessa.
Grande ingiustizia si deve convertire con la forza in giustizia.
Cent'anni d'ingiustizia non fanno un minuto di giustizia.
Ogni fatto ingiusto porta un danno giusto.
L'ingiustizia è tale per colui che la soffre come per colui che la fa.
Anche quelli che la fanno, odiano l'ingiustizia.
Chi semina ingiustizia raccoglierà odio e vendetta.
L'ingiustizia non prospera mai.
L'ingiustizia si deve combattere col diritto.
L'ingiustizia si può soffrire, ma non lodare.
Sii mille volte disgraziato piuttosto che una sola ingiusto.
Contro l'ingiustizia sofferta, la miglior erba è la dimenticanza.
Tutto inegual sarà sempre nel mondo, perché tale uomo è quadro e tal rotondo.
Assai volte il denaro e l'amicizia, rompon le gambe e il collo alla giustizia.
Venderà la giustizia chi ha comprato con denari, o regali il magistrato.
Chi ha sete chiede invan d'acqua un bicchiere, a chi è ubriaco tutti offron da bere.
Son vecchio e visto ho peggiorar più d'uno, per castigo eccessivo e inopportuno.

INGRATITUDINE

L'ingratitudine è un'amara radice da cui crescono amari frutti.
Val più un piacere da farsi che cento di quelli fatti.
L'ingratitudine nuoce anche a chi non è reo.
Non c'è cosa più triste sulla terra dell'uomo ingrato.
Bene per male è carità, male per bene è crudeltà.
L'ingratitudine converte in ghiaccio il caldo sangue.
Chi non dà a Cristo, dà al fisco.
Amico beneficato, nemico dichiarato.
Nutri la serpe in seno, ti renderà veleno.
Il cuor cattivo rende ingratitudine per beneficio.
Il mondo ricompensa come il caprone che dà cornate al suo padrone.
Maledetto il ventre che del pan che mangia non si ricorda niente.
L'ingratitudine è la mano sinistra dell'egoismo.
Quando è finito il raccolto dei datteri, ciascuno trova da ridire alla palma.
Dispicca l'impiccato, impiccherà poi te.
Chi rende male per bene, non vedrà mai partire da casa sua la sciagura.
Nutri il corvo e ti caverà gli occhi.
L'ingratitudine taglia i nervi al beneficio.
Comun servizio ingratitudine rende.
Non far mai bene, non avrai mai male.
Fate del bene al villano, dirà che gli fate del male.
Avuta la grazia, gabbato lo santo.
Il cane che ho nutrito è quel che mi morde.
Render nuovi benefici all'ingratitudine è la virtù di Dio e dei veri uomini grandi.
Tu scherzi col tuo gatto e l'accarezzi, ma so ben io qual fine avran quei vezzi.

INNOCENZA

L'innocenza è migliore dell'oro e dell'argento.
L'innocenza e una buona coscienza son due morbidi guanciali.
Una volta perduta l'innocenza non si riacquista più.
Tre cose superano tutto: pazienza, innocenza e buona coscienza.
Per quanto piccola sia la capanna, un cuore innocente vi esulta dentro.
L'innocenza porta con sé la protezione.
L'innocenza è un buon passaporto.
L'innocenza rimane candida anche in mezzo a due diavoli.
L'innocenza può essere oppressa ma non schiacciata.
L'innocenza è la mia veste, l'onestà il mio ornamento.
L'innocenza non ha bisogno di bucato.
Dove non c'è colpa, non occorre perdono.
Rossore non sente, chi colpa non ha.
Con due cose l'innocenza può vincere ogni nemico: con l'umiltà e la previdenza.
E più nobile salvar l'innocenza a costo della gloria, che la patria a costo della vita.
Tre cose non si recuperano: la parola data, il tempo sfuggito e l'innocenza perduta.
Alla fanciulla che va all'altare con la sua innocenza, perfino gli alberi fan la riverenza.
L'innocenza e l'onestà non proteggono alcuno dal sospetto.
La sicura innocenza esprimer suole liberi sensi in semplici parole.

INNOVAZIONE

Il nuovo è sempre pericoloso.
Il nuovo non è sempre il migliore.
Il nuovo si loda, il vecchio si disprezza.
Ogni cosa nuova trova contraddizione.
Il nuovo sembra sempre il migliore.
Nulla è più nuovo di quello che fu a lungo dimenticato.
Chi non conosce il nuovo, gli è caro il vecchio.
Assaggia il nuovo ed il vecchio, ed attieniti al migliore.

INTELLETTO

Meglio cecità d'occhi che cecità d'intelletto.
L'intelletto deve governare la testa, il cuore e la volontà.
L'intelletto male applicato è un'arma pericolosa.
L'intelletto è potenza.
Chi troppo confida nel proprio intelletto, corre il rischio di correr dietro a un cieco.
L'intelletto è guida alla cieca volontà.
L'intelletto deve governare, e la volontà ubbidire.
L'intelletto e la virtù sono il più bell'ornamento della gioventù.
L'intelletto fa l'uomo accorto, ma non pio.
Quel che non vede l'intelletto raffinato, lo vede spesso l'intelletto semplice e infantile.
L'intelletto dev'essere principe, la volontà suddita, e la coscienza giudice.

INTELLIGENZA

La felicità dell'uomo dipende da tre bene: intender bene, voler bene, far bene.
A buon intenditor poche parole.
Chi non sa non dubita, e chi non dubita non intende.

INTENZIONI

L'inferno è pieno di buone intenzioni e desideri, ma il paradiso è pieno di buone opere.
Bisogna badare alle intenzioni.
Non solo le azioni, ma anche le intenzioni distinguono il buono dal triste.
La via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni.
Lo stolto mira al dono, il savio all'animo.
Mal consigliare e buona intenzione, fan pianger molto.
La mente e il cuore nessuno li vede.
Dio guarda più all'intenzione che al fatto.

INTERESSE

Ognuno cerca il proprio interesse.
Ogni prete loda le sue reliquie.
L'interesse acceca anche i galantuomini.
Tanto è l'amore, quanto è l'utile.
Ognuno tira l'acqua al suo mulino.
Per i buoni bocconi si fanno le questioni.
L'interesse è figlio del diavolo.
Ciascuno vuol menar l'acqua al suo mulino e lasciar secco quello del vicino.
Per vantaggio si va in galera.
Chi si fa un idolo del suo interesse, si fa un martire della sua integrità.
Ognuno tira i carboni sotto la sua focaccia.
Ognuno loda il proprio santo.
Dove c'è il dolciume, si riuniscono le mosche.
Chi ha preso, mal sa lasciare.

INTERROGARE

Chi si vergogna d'interrogare, nulla impara.
A buona interrogazione, buona risposta.
Interroga chi sa più di te.
L'interrogare è lecito.
Chi deve interrogare, non vorrebbe fallare.
A chi non m'interroga, io non debbo rispondere.
Interroga te stesso, il cuor non mente.
Il molto interrogare non è buona creanza.
Non si deve rispondere a tutte le interrogazioni.
Un'interrogazione non è una bastonata.
Sa più un matto interrogare, che sette savi rispondere.
A sfacciata interrogazione, sfacciata risposta.

INVERNO

Mura d'inverno, mura d'inferno.
L'inverno dirada i poveri.
Sereno d'inverno e pioggia d'estate non producono mai miseria.
Sereno d'inverno, nuvole d'estate, amor di donna, di prete, di frate: son tutti guai.
L'inverno non è passato finché non luccica la luna d'aprile.
Alla candelora, anche se piove o nevica, dell'inverno siamo fuori.
L'inverno è l'inferno dei poveri.
Ogni giorno d'inverno che passa, è un nemico di meno.
Da san Martino a Natale ogni povero sta male.

INVIDIA

L'invidia non può mangiar nulla fuorché il cuore.
Chi d'invidia campa, disperato muore.
L'invidia è la peggiore delle malattie.
L'invidia è un tarlo che rode il legno in cui cresce.
Chi vuol tormentar l'invidia, lodi l'invidiato.
Dall'invidioso guardati come dal tignoso.
E meglio essere invidiati che compianti.
Chi ha invidia, ha doglie.
L'invidia fa agli altri la fossa e poi vi casca dentro.
E peggio l'invidia dell'amico che l'insidia del nemico.
L'invidia ha occhi acuti.
L'invidioso si rode, l'invidiato se la gode.
Astio e invidia non morirono mai.
L'invidia fa del male, ma sta peggio.
Se l'invidia fosse febbre, tutto il mondo l'avrebbe.
Chi ha in bocca il fiele, non può sputar miele.
L'invidia rode se stessa.
L'invidia grida dispettosa dove cavalca l'onore.
L'invidia tira agli altri e ferisce se stessa.
Come l'ombra segue il corpo, cosi l'invidia segue le belle azioni.
Tutto finisce fuorché l'invidia.
La parte degli altri par sempre più grande.
L'invidia nacque e morirà con gli uomini.
Gli occhi cattivi non vedono mai nulla di buono.
L'invidia vorrebbe togliere agli altri persin la luce del sole.
L'invidia è sommo male, perché crepa dell'altrui bene.
Non fu mai gloria senza invidia.
La gallina del vicino ci pare un'oca.
L'invidia è il cruccio degli stolti.
L'altrui fortuna è una corda al collo dell'invidioso.
Non ti rallegrar del mio duolo, ché quando il mio sarà vecchio, il tuo sarà nuovo .
L'invidia si contenterebbe di un occhio, purché l'invidiato fosse cieco E meglio far invidia che pietà.
Se l'invidia si guardasse allo specchio arrossirebbe.
All'invidioso gli si affila il viso e gli cresce l'occhio.
Falsità, calunnia, inganno sono gli strumenti dell'invidia Contro l'invidia il miglior scudo è la virtù.
Fu e sarà in ogni tempo su la terra, fra povertà e ricchezza, invidia e guerra.

IPOCRISIA

L'ipocrisia e l'inganno hanno le ali corte L'ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù.
L'ipocrisia e l'impostura sono le ancelle del diavolo.
La pietà, l'ipocrisia, salva il ladro e più la spia.
L'ipocrisia è la ribalderia in maschera.
L'ipocrisia e l'adulazione sono la morte dell'amicizia L'ipocrisia è il manto della scelleratezza.
Molti del ricco sono parenti stretti, ma non trovan parenti i poveretti.

IPOCRITA

Gli ipocriti arano il campo del diavolo con l'aratro del Signore.
Gl'ipocriti sono furfanti sotto l'apparenza di santi.
L'ipocrita è come la lucciola: splende ma non riscalda.
L'umiltà dell'ipocrita è superbia mascherata.
L'ipocrita è fratello del coccodrillo.
Il coccodrillo mangia l'uomo e poi lo piange.
L'ipocrita va all'inferno per la via del paradiso.
L'ipocrita fa male il bene, e bene il male.
E meglio che il mondo ci conosca per un peccatore, che Dio per un ipocrita.
Bocca schifa non beve mai vino, ma va alla botte col catino.
Gli ipocriti sono peggiori dei corvi, che cavano gli occhi soltanto ai morti, mentre essi accecano i vivi.
Certuni si fanno scrupolo di sputare in chiesa, e poi ucciderebbero il prete in sacrestia.
E l'ipocrita un vile, un empio, un rio, insultator degli uomini e di Dio.
Chi altrui consola con dolci parole, ha un bel dir, perché il capo a lui non duole.

IRA

L'ira fa il ricco odiato e il povero disprezzato.
Ira lenta, ira possente.
Ira senza forza, subito si smorza.
L'ira placata non rifà le offese.
Chi frena la propria ira, ha vinto un gran nemico.
Tempra la lingua quando sei turbato, affinché non ti ponga in malo stato.
L'ira turba la mente e acceca la ragione.
Anche la mosca ha la sua ira.
L'ira non sa tener la lingua a segno.
L'ira della sera va serbata alla mattina.
Chi presto s'adira, presto si placa.
Torrente furioso presto rischiara.
Non ti adirare a tuo danno.
Grand'ira, danno arreca.
L'ira ha sempre alle calcagna il pentimento.
Chi s'adira non è consigliato.
E uomo valoroso chi sa domare la propria ira.
Quando l'ira acceca, la virtù scompare.
Contro l'avversità vale il coraggio, contro l'ira la ragione.
Gente iraconda mal si tratta.
Chi non ha sdegno, non ha ingegno.
Di due cose l'uomo non dovrebbe mai adirarsi: di quel che non può fare e di quel che non può impedire.
Non tagliare il fuoco col ferro.
Chi ha il cuore pien di polvere, non vi accosti la fiaccola dell'ira.
A sangue caldo nessun giudizio è saldo.
Non lasciar tramontare il sole sull'ira tua.

IRRELIGIONE

Con la fatica delle feste il diavolo si veste.
Chi sputa in su, lo sputo gli torna sul viso.
Chi volge le spalle agli angeli, volge la faccia al diavolo.
Chi invecchia nei peccati, non si cura del paradiso.
Chi digiuna e altro bene non fa, risparmia il pane e a ca' del diavolo va.
Chi crede d'ingannare Iddio, inganna se stesso.
Confessione senza dolore, amico senza fede, orazione senza intenzione, è fatica perduta.
Nessuno tolse mai una pietra dal tempio senza che la polvere non gli volasse negli occhi.

ISTINTO

Non ti fidar d'un tratto, di grazia o di bontà.
Chi da gallina nasce, convien che razzoli.
Sempre ti graffierà chi nacque gatto.
I figli dei gatti mangiano i topi.
Non vi fu mai gatta che non corresse ai topi.
ISTRUZIONE Chi sa ha dieci occhi, chi non sa è cieco affatto.
Un re non coronato è un asino letterato.
Il sapere è il bastone della vita.
L'istruzione è ornamento del ricco, e ricchezza del povero Bisogna imparare tutti i giorni, fino all'ultimo respiro.
Molti possono saper molto, ma nessuno può saper tutto.
E meglio esser dotto che dottore.
In terra di ciechi, chi ha un occhio è signore.
E meglio leggere coi propri occhi, che con gli occhi altrui.
E bene sapere un po' di tutto.
Chi lascia i figli senza istruzione, merita poco onore.
Chi sa, è padrone degli altri.
Una buona testa vale più di cento braccia.
L'uomo vale tanto, quanto sa.
Ricchezze senza lettere sono un corpo senz'anima.
Insegnare ad un meschino, è mettere una sciabola in mano a un assassino.
Se la fatica per imparare fosse piccola, tutti sarebbero dotti.
Giorno per giorno l'uomo acquista nuove cognizioni.
Forse è dotto, ma sembra che non lo sia, chi trascurò di studiar l'ortografia.
A paragon d'un molto che ignoriamo, è meno di un nulla quanto noi sappiamo.
Si fa dottor chi il suo denaro spende, ma la dottrina non si compra o vende.
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